Per molti è il modo migliore per farsi un’idea di una persona quando la si incontra: la cravatta, l’accessorio maschile per eccellenza.
Introdotta dai soldati croati (da “crovati” deriva il suo nome), si è diffusa per secoli in tutt’Europa. È stata indossata da politici e uomini d’affari ed è diventata protagonista di libri come “L’elogio della cravatta”, un testo imperdibile per gli amanti del capo, scritto dal conte Giovanni Nuvoletti, attore e cantante, che la definisce “un arredo sacro che testimonia intelligenza, fedeltà e speranza, rabbia e lotta”.
La cravatta offre dettagli sulla personalità di chi la indossa, abbiamo detto. E in particolare è il nodo a raccontare di più sul vissuto di chi la porta. Ne esistono centinaia, che variano a seconda della corporatura e dello spessore del tessuto.
Ma quali sono i nodi più popolari e come si realizzano? Lo raccontiamo in quest’articolo.
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Nodo cravatta semplice, detto “Four in Hand”
Il nodo “Four in Hand” è il più comune, quello che ci viene insegnato da nostro padre o da nostro nonno e che ci permette di fare bella figura in qualsiasi occasione, senza troppe complicazioni. Ecco alcuni dei passaggi fondamentali per realizzarlo, in questa mini guida:
- Incrocia: fai incrociare la gamba sulla gambetta al di sotto del tuo collo
- Fai scivolare: posiziona la gamba sotto la gambetta
- Risali: riporta la gamba sulla gambetta
- Passa: posiziona la gamba verso l’alto, sotto la cravatta e metti il dito indice nel nodo in formazione.
- Togli: l’indice e fai scivolare la gamba nell’anello che si è creato.
- Stringi: tira con delicatezza sulla gamba e stringi l’anello.
N.B. Una variante del “Four in Hand” è il “Doppio Nodo”: per realizzarlo devi annodare due volte la cravatta, come indica lo stesso nome.
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Nodo Windsor, detto anche nodo Scappino
Nodo molto voluminoso portato in auge dal duca Edoardo di Windsor, poi re Edoardo VIII, negli anni Trenta. Anche se il nodo è legato al re inglese, pare che non sia stato lui a inventarlo, ma un sarto dei Savoia, Domenico Scappino, da cui poi il nome “nodo Scappino”.
Adatto soprattutto a cravatte lunghe, non troppo spesse, e a colletti aperti, come il collo Windsor o i colli italiani, è il più difficile da realizzare. Ecco alcuni dei passaggi fondamentali, in questa mini guida:
- Disponi la gamba e la gambetta in modo asimmetrico: la prima deve essere ben più lunga della seconda.
- Incrocia: posiziona la gamba sulla gambetta.
- Passa: tenendo ben saldo l’incrocio, fai risalire la gamba sotto la cravatta.
- Sposta: la gamba dall’altro lato, sotto l’incrocio. Forma un altro anello, facendo risalire la gamba sopra la cravatta.
- Posiziona: la gamba sotto la gambetta in senso orizzontale
- Fai passare: la gamba sotto la cravatta e falla scivolare dentro l’anello.
- Tieni ferma: la gambetta e tira con delicatezza la gamba per iniziare a stringere la cravatta.
Esegui tutti i passaggi, aiutandoti con questo tutorial: How to tie a perfect Windsor Knot
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Nodo cravatta piccolo, detto “Orientale”
Adatto per cravatte spesse e camicie a collo stretto, è il nodo alla cravatta detto “Orientale”. Come puoi immaginare si chiama “piccolo” per le dimensioni ridotte del nodo. È meno facile del “Four in Hand” perché include un avvitamento di 180 gradi. Ecco alcuni passaggi fondamentali per realizzarlo:
- Posiziona: la cravatta va attorno al collo, al rovescio. Attento: la gambetta deve essere sul lato destro.
- Incrocia: metti la gambetta sulla gamba.
- Fai girare: la gamba deve circondare la gambetta; per farlo, posiziona un dito tra le due, così da creare uno spazio.
- Solleva: alza la gamba e falla passare da dietro all’interno del doppino.
- Stringi: a questo punto non ti resta che aggiustare il nodo e stringerlo, portandolo all’altezza che vuoi.
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